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giovedì 7 febbraio 2013

15/10 Complici e solidali - Al fianco dei compagni teramani


Riportiamo il documento dei compagni di Azione Antifascista Teramo, che da una presentazione del corteo di sabato 9 febbraio nel capoluogo marchigiano. Un corteo di solidarietà per i 6 attivisti del collettivo teramano condannati in seguito agli scontri del 15 ottobre 2011 a Roma e contro la repressione dilagante nel nostro Paese, ancorato ad un codice penale fascista che deve essere assolutamente superato. Reddito per Tutti/e parteciperà al corteo ed invita chiunque voglia dimostrare vicinanza a ragazzi come noi, colpiti dalla repressione di uno Stato che "devasta e saccheggia" le nostre vite a mettersi in contatto con noi:

UN NEMICO, UN FRONTE, UNA LOTTA


Al di là delle questioni “contingenti“, come le recenti condanne per le rivolte avvenute a Roma il 14-12-2010 e il 15-10-2011, l’obiettivo, certamente ambizioso ma il cui conseguimento è assolutamente necessario, della manifestazione di sabato è dare una risposta forte ed unitaria alla repressione che colpisce ogni giorno gruppi, movimenti ed individui che lottano per un futuro diverso e migliore di quello prospettato dal sistema economico, politico e sociale capitalistico.


Riteniamo che sia arrivato il momento di provare a mettere da parte le divisioni che da troppo tempo lacerano il “fronte dei ribelli” per individuare forme comuni e condivise di lotta, in primo luogo per quanto concerne la difesa dalla repressione e l’attacco ad essa. Cosi come lo stato si accanisce, con i medesimi metodi e con la medesima durezza, contro chiunque si ribelli, indipendentemente dal tipo e dalle forme di lotte e pratiche messe in atto, così i ribelli hanno, a nostro avviso, il dovere di cercare meccanismi univoci di tutela e difesa dagli attacchi statali. Per questo auspichiamo che il corteo di Teramo sia solo la prima tappa di un percorso, sicuramente lungo e complesso, ma che, con il tempo, crediamo possa dare i frutti sperati. Il primo segnale in questa direzione potrebbe essere riuscire a formare un blocco, compatto ed unitario, dietro lo striscione iniziale, COMPLICI E SOLIDALI, pur rimanendo, ovviamente, lecito che ogni realtà porti il proprio.

Proprio in virtù dell’auspicata risposta alla repressione abbiamo stabilito che il corteo dovrà avere il profilo più basso possibile ed essere pacifico. Vogliamo un corteo duro, rumoroso, compatto ed incazzato, un corteo che sia pronto ad autodifendersi in caso di attacco ma che, al tempo stesso, non cerchi lo scontro. D’altra parte fare diversamente sarebbe, a nostro avviso, controproducente sia per i ragazzi attualmente in custodia cautelare o inquisiti, sia per Azione Antifascista Teramo, che di fatto verrebbe annientata dalla reazione statale e dall’ulteriore, e definitiva, sottoposizione alla gogna mediatica, sia per tutto il “movimento” e tutte le realtà che parteciperanno alla manifestazione. Il nostro fine è costruire una risposta comune alla repressione e non correre il rischio di alimentarla. Dimostriamo a tutti di sapere quello che facciamo e che la nostra “violenza” e la nostra rabbia hanno un fine specifico e sono tutt’altro che cieche. Dimostriamo di saper distinguere quando è il momento di “calcare la mano” e quando invece bisogna riflettere ed organizzarsi al meglio prima di sferrare l’attacco successivo e, si spera, decisivo.

COMPLICI E SOLIDALI vuol dire che nessuno di noi rinnega gli accadimenti di piazza San Giovanni e di piazza del Popolo ma che, anzi, con forza essi rivendichiamo. Non si può però negare come, a seguito di quelle giornate, il “movimento” si sia fatto trovare impreparato alla reazione statale, di cui le condanne inflitte lo scorso 7 gennaio 2013 non sono che l’ultimo esempio, il più lampante. Lo stesso discorso è, secondo noi, tranquillamente estendibile alla sottovalutazione della pericolosità del reato di devastazione e saccheggio, il cui sdoganamento politico si è avuto a seguito dei fatti di Genova 2001, e di cui si è presa piena coscienza solo con la già citata ultima sentenza. Per questo riteniamo giusto e doveroso lavorare su questo aspetto e che l’obiettivo della manifestazione del 9 febbraio 2013 non debba essere né lo scontro né l’attacco ma colmare le lacune palesatesi nei mesi e negli anni precedenti in fatto di risposta e difesa dagli attacchi statali. È chiaro però che il corteo sarà pacifico ma non pacifista. Se verremo provocati o attaccati, ed in ogni caso quando noi di Azione Antifascista Teramo lo riterremo opportuno, saremo lì, pronti a rispondere colpo su colpo e pronti a spazzarli via. Come il 14 dicembre e come il 15 ottobre.

Da ultimo riteniamo doveroso sgombrare il campo da un grande, possibile, equivoco. Non vorremmo che questo nostro discorso e queste nostre valutazioni possano sembrare presuntuose. Sappiamo benissimo che i primi ad aver commesso gli errori cui facciamo riferimento siamo stati noi (d’altra parte i 10 mesi di ritardo con i quali abbiamo indetto questa mobilitazione stanno lì a dimostrarlo) e siamo consapevoli che per raggiungere l’obiettivo che ci proponiamo le nostre forze e le nostre capacità sono insufficienti, per non dire nulle. Ciò che vogliamo è provare a recuperare il tempo perso, iniziando da Teramo e con l’aiuto, la collaborazione e le competenze di tutti.

Riteniamo che sia arrivato il momento di provare a mettere da parte le divisioni che da troppo tempo lacerano il “fronte dei ribelli” per individuare forme comuni e condivise di lotta, in primo luogo per quanto concerne la difesa dalla repressione e l’attacco ad essa. Cosi come lo stato si accanisce, con i medesimi metodi e con la medesima durezza, contro chiunque si ribelli, indipendentemente dal tipo e dalle forme di lotte e pratiche messe in atto, così i ribelli hanno, a nostro avviso, il dovere di cercare meccanismi univoci di tutela e difesa dagli attacchi statali. Per questo auspichiamo che il corteo di Teramo sia solo la prima tappa di un percorso, sicuramente lungo e complesso, ma che, con il tempo, crediamo possa dare i frutti sperati. Il primo segnale in questa direzione potrebbe essere riuscire a formare un blocco, compatto ed unitario, dietro lo striscione iniziale, COMPLICI E SOLIDALI, pur rimanendo, ovviamente, lecito che ogni realtà porti il proprio.

Proprio in virtù dell’auspicata risposta alla repressione abbiamo stabilito che il corteo dovrà avere il profilo più basso possibile ed essere pacifico. Vogliamo un corteo duro, rumoroso, compatto ed incazzato, un corteo che sia pronto ad autodifendersi in caso di attacco ma che, al tempo stesso, non cerchi lo scontro. D’altra parte fare diversamente sarebbe, a nostro avviso, controproducente sia per i ragazzi attualmente in custodia cautelare o inquisiti, sia per Azione Antifascista Teramo, che di fatto verrebbe annientata dalla reazione statale e dall’ulteriore, e definitiva, sottoposizione alla gogna mediatica, sia per tutto il “movimento” e tutte le realtà che parteciperanno alla manifestazione. Il nostro fine è costruire una risposta comune alla repressione e non correre il rischio di alimentarla. Dimostriamo a tutti di sapere quello che facciamo e che la nostra “violenza” e la nostra rabbia hanno un fine specifico e sono tutt’altro che cieche. Dimostriamo di saper distinguere quando è il momento di “calcare la mano” e quando invece bisogna riflettere ed organizzarsi al meglio prima di sferrare l’attacco successivo e, si spera, decisivo.

COMPLICI E SOLIDALI vuol dire che nessuno di noi rinnega gli accadimenti di piazza San Giovanni e di piazza del Popolo ma che, anzi, con forza essi rivendichiamo. Non si può però negare come, a seguito di quelle giornate, il “movimento” si sia fatto trovare impreparato alla reazione statale, di cui le condanne inflitte lo scorso 7 gennaio 2013 non sono che l’ultimo esempio, il più lampante. Lo stesso discorso è, secondo noi, tranquillamente estendibile alla sottovalutazione della pericolosità del reato di devastazione e saccheggio, il cui sdoganamento politico si è avuto a seguito dei fatti di Genova 2001, e di cui si è presa piena coscienza solo con la già citata ultima sentenza. Per questo riteniamo giusto e doveroso lavorare su questo aspetto e che l’obiettivo della manifestazione del 9 febbraio 2013 non debba essere né lo scontro né l’attacco ma colmare le lacune palesatesi nei mesi e negli anni precedenti in fatto di risposta e difesa dagli attacchi statali. È chiaro però che il corteo sarà pacifico ma non pacifista. Se verremo provocati o attaccati, ed in ogni caso quando noi di Azione Antifascista Teramo lo riterremo opportuno, saremo lì, pronti a rispondere colpo su colpo e pronti a spazzarli via. Come il 14 dicembre e come il 15 ottobre.

Da ultimo riteniamo doveroso sgombrare il campo da un grande, possibile, equivoco. Non vorremmo che questo nostro discorso e queste nostre valutazioni possano sembrare presuntuose. Sappiamo benissimo che i primi ad aver commesso gli errori cui facciamo riferimento siamo stati noi (d’altra parte i 10 mesi di ritardo con i quali abbiamo indetto questa mobilitazione stanno lì a dimostrarlo) e siamo consapevoli che per raggiungere l’obiettivo che ci proponiamo le nostre forze e le nostre capacità sono insufficienti, per non dire nulle. Ciò che vogliamo è provare a recuperare il tempo perso, iniziando da Teramo e con l’aiuto, la collaborazione e le competenze di tutti.