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giovedì 27 dicembre 2012

Con Gaza nel cuore, Torre del Greco con il Popolo Palestinese


Da qualche giorno, sulle strade di Torre del Greco, è comparso questo murales: CON IL POPOLO PALESTINESE. Senza retorica, ecco i motivi della sua esistenza. 
Partiamo da un’osservazione oggettiva, siamo tutti figli della stessa natura ed apparteniamo allo stesso pianeta, di conseguenza noi non riconosciamo confini politici che possano dettare superiorità di uno nei confronti di un altro. Siamo internazionalisti e come tali pretendiamo l’uguaglianza di diritti in tutto il mondo senza nessun discorso di classe, di razza, di etnia, di religioni (che respingiamo), di sesso e soprattutto economiche. Abbiamo a cuore la questione Palestinese in quanto esempio lampante di come l’imperialismo capitalista riesce ad installare e allo stesso tempo sradicare culture, famiglie, dalle proprio terre. Esprimiamo la nostra solidarietà verso il Popolo Palestinese e non ai suoi  governi politici (di Ramallah)  e religiosi (Hamas) che spesso hanno abusato delle loro posizioni e della loro forza per imporsi sul popolo stesso. Esempi lampanti contemporanei: Abu Mazen, già malvisto da Arafat per la sua “compromettibilità” con il Non-Stato di Israele e gli USA, ha dato conferma della sua non volontà di rappresentare il popolo ma solo i suoi affari: fu eletto nel 2005, decaduto nel 2009, si auto prolungò la carica per un anno; all’alba del 2013 è ancora in carica, non riconosciuto ormai dalla maggior parte della popolazione. Hamas invece, organizzazione di stampo coranica, promuove e pretende riforme sessiste, ultraconservatrici e di impari diritti. Noi rigettiamo queste istituzioni e come vengono portate avanti; noi siamo per il popolo, per chi davvero subisce l’infamia di un’invasione imperialista-militarista da parte del movimento Sionista, che fonda le sue radici in un estremismo ebraico. Noi non siamo contro Israele perché paese di ebrei, noi non siamo contro gli ebrei. Noi siamo contro questo movimento aggressivo, violento, anacronistico e radicale che impone il proprio modo di vedere la realtà a suon di fucili, aerei e carri armati, con embarghi infamanti (vedi Freedom Flottilla 1,2 e 3) e divieti di mercanteggiare liberamente. Tante vite distrutte, generazioni falciate, bambini cresciuti al buio di una realtà bastarda imposta da chi non vuole e non crede in un rapporto con l’altro.

Concludiamo, sottolineando ancora una volta l’importanza di un reddito di esistenza per il nostro territorio, per i palestinesi, per il mondo tutto. Sconfiggiamo la povertà e la miseria distribuendo un’economia unitaria di base a chiunque annullando così la necessità di arruolarsi in ruoli infamanti solo per uno stipendio da schiavi. 

FREE PALESTINE 
NO AL SIONISMO 
NO AL RAZZISMO