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giovedì 13 dicembre 2012

"Il ghiaccio era sottile. Per una storia dell'autonomia" Dibattito-assemblea con l'autore Marcello Tarì allo SKA


DIBATTITO SU PRECARIETA', REDDITO, PRATICHE DI RESISTENZA E AUTONOMIA. 


CON: MARCELLO TARI'


"Fecero di tutto per concludere in fretta la partita ma, purtroppo per loro, si trovarono davanti il più forte movimento rivoluzionario europeo del dopoguerra, e dentro questo i sovversivi più arroganti, violenti e intelligenti che si fossero mai visti nelle piazze: gli autonomi."



Marcello Tarì, Il ghiaccio era sottile. 
A che ci serve ripensare l’autonomia oggi? Cosa ereditiamo da quell’esperienza? Come, soprattutto, data la sua frammentarietà, il suo essersi propagata in ogni ambito, riuscendo a destrutturare anche le categorie classiche di ogni discorso rivoluzionario fino ad allora costruito? Possiamo definirci autonomi oggi? In che termini? 
In una fase di mobilitazione che ci vede nell’intimo coinvolti nell’opera di messa in discussione delle certezze imposteci dai discorsi dominanti, ora che parole come “lavoro”, “diritti”, “rivendicazioni” ci paiono vuote, ora che cominciamo a sperimentare sui nostri corpi le conseguenze di quelle politiche che dall’alto privano noi giovani di ogni futuro possibile, ora mentre cominciamo a capire che non c’è “crisi” che tenga di fronte a quanto gli “stati di emergenza”, i “governi tecnici”, i “tagli necessari” ci tolgono… proprio adesso è il momento di ripartire da dove ci hanno fermati. Perché, come ricorda Tarì, se sconfitta c’è stata successivamente agli anni ’70, essa è stata militare e giuridica, ma restano intatti i tratti incendiari che infuocano ancora oggi chi subisce una storia che non s’è mai arrestata, fatta di profitti, poteri forti e fascismo. Di fronte a quella storia noi facciamo genealogia, ricongiungiamo il tempo che provano a rompere e inventiamo strategie di resistenza sempre nuove, divenendo sempre più numerosi e numerose.
Il tempo che si rompe e le linee di fuga che si creano sono il terreno fertile delle nostre esistenze, che solo lì hanno l’agio di esprimersi e svilupparsi senza alcuna pretesa di adattamento, fuori dalla morale del sacrificio, al di là di qualunque guadagno. Non ci arrestiamo perché, oggi come ieri, non abbiamo assolutamente nulla da perdere.

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