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lunedì 3 dicembre 2012

Ancora lame a Milano, nell'indifferenza di tutti

A pochi mesi dal decennale della morte di Davide Cesare, meglio conosciuto come Dax, di nuovo i coltelli della Milano nera agiscono indisturbati, colpendo un compagno dell'O.R.So. (lo stesso centro sociale nel quale militava Dax). La modalità di esecuzione si ripete sempre uguale: si scruta il diverso, il punkabbestia, quello coi rasta, l'alternativo, piccoli gruppetti lo circondano e si lascia a terra con qualche buco in più, sgattaiolando via come topi.
Anche Stefano ci stava lasciando la pelle nella metro centrale di Milano e la sua storia sarebbe caduta nel dimenticatoio della memoria storica di un paese che ha chiuso i conti coi movimenti reazionari, come se non fossero mai esistiti e come se non rappresentino un pericolo per tutti, ma solo per alcuni sbandati che si divertono a definirsi antifà. In realtà la violenza fascista, o degli idioti che si spacciano per tali, in Italia c'è e colpisce ogni giorno decine di ragazzi, migranti, omosessuali ed attivisti, con la folle complicità dei media che ridimensionano gli eventi, della polizia che fa da sponda a questi atteggiamenti e di una magistratura che se ne sbatte altamente della XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione e delle leggi Scelba. I movimenti di ispirazione fascista e la loro agibilità politica, nell'Europa della crisi economica, rappresentano un problema che non può essere sottovalutato, basti pensare ai risultati elettorali raggiunti in Grecia da Alba Dorata e ai movimenti neonazisti austriaci.
Esprimiamo la massima solidarietà a Stefano e ai compagni di Milano che, lo stesso giorno dell'aggressione, hanno risposto assaltando la sede degli Hammerskin milanesi. A Milano, come a Livorno, sembra che finalmente si abbia voglia di reagire, dopo il decennio di paure in cui era sprofondato il movimento in seguito alle brutalità di Genova, sempre a testa alta e senza chinarla mai.