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martedì 4 dicembre 2012

Monti indica la via e gli economisti lo seguono. Diminuire la spesa sanitaria per anziani e malati terminali


Dovevamo aspettarcelo, dopo le agghiaccianti parole di Mario Monti dei giorni scorsi ("Il servizio sanitario nazionale insostenibile per le finanze pubbliche"), subito si scatenano gli incontri, i workshop, i seminari di tutto lo stuolo di economisti iperliberisti che condividono le idee del professore in materia di distruzione del welfare state o di quella pezza sgualcita che ne è rimasta.
Quando si tratta di tagliare sono tanti i luoghi comuni che si possono tirare in ballo, soprattutto in un settore dove le ruberie e gli sprechi sono un costume affermato come quello sanitario, ma dopo 20 anni di finanziarie contenitive bisogna ammetterlo che a pagare gli effetti della crisi saranno gli anelli più deboli della catena: anziani e malati terminali: 

"Alleggerire gli ospedali del carico di pazienti che trovano migliore assistenza nei servizi sociali, pensare a forme di finanziamento nuove come il partenariato pubblico-privato e usare come punto cardine del sistema sanitario l’analisi costo-efficacia.
Sono alcune delle modalità per rendere il SSN sostenibile, spiega Francesco Moscone, docente di Economia alla Brunel University ed esperto di Economia sanitaria, promotore insieme a Giorgio Vittadini dell’Università di Milano Bicocca del terzo workshop di Econometria in Sanità (la prossima settimana all'Università di Siena), per proporre metodi e strategie che mettano i concetti di costo-efficacia ed efficienza al centro delle decisioni in sanità.
La spesa sanitaria in media incide per circa il 75% della spesa pubblica regionale, spiega Moscone, e oggi vi è una pressione sempre più stringente al risparmio, al taglio dei costi mirando alla massima efficienza, ovvero la capacità di raggiungere risultati in termini di salute con il minor impegno di risorse possibile.
"Uno dei modi per ridurre la spesa è spostare alcuni servizi sanitari sotto la responsabilità dei servizi sociali come avviene nel Regno Unito dove ciò ha ridotto nel tempo i ricoveri ospedalieri. In Italia, gli ospedali sono pieni di anziani che potrebbero essere assistiti nelle loro abitazioni o in strutture territoriali meno costose e a più bassa intensità di tecnologia – spiega.
Allo stesso modo, strutture territoriali potrebbero essere pensate per i malati terminali, sopratutto in considerazione del fatto che la spesa sanitaria che incide di più è quella che sostiene gli ultimi anni di vita di una persona, in quanto sovente questa entra ed esce dall'ospedale, spesso per malattie incurabili”. Bisogna inoltre puntare all'analisi costo-efficacia, continua Moscone, il punto cardine del sistema sanitario inglese ad ogni livello decisionale; e pensare a nuovi modelli di finanziamento come il partenariato pubblico-privato (PPP), ovvero una forma di cooperazione tra settore pubblico e settore privato per gestire almeno alcuni aspetti dei servizi sanitari.
Infine, un modo di razionalizzare i costi è quello di rafforzare il ruolo a livello nazionale delle linee guida che offrano protocolli precisi da seguire, stabilite in base a principi di costi ed efficacia". (ANSA)


Tratto da: Sanita’ proposta shock: ridurre la spesa su anziani e malati terminali! | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/12/04/sanita-proposta-shock-ridurre-la-spesa-su-anziani-e-malati-terminali/#ixzz2E7Tyen5K 

- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!